CHIESA di SAN ULDERICO VESCOVO in MUSESTRE

Le mappe del '600 evidenziano che la prima Chiesa era posizionata lungo l'asse nord-sud, così da rivolgere la facciata principale al fiume Sile.

L'attuale, settecentesca, volge, invece, la facciata principale al fiume Musestre, visto che la via fluviale era diventata molto importante.  All'interno i cinque altari marmorei, della prima metà del '700, evidenziano la capacità di coniugare l'elegante sobrietà con la ricerca dell'armonia architettonica.

Ne sono un esempio la Pala del Patrono, sull'altare maggiore, e il delizioso complesso ligneo dell'Organo, datato 1771.

La Pala di s.Valentino, evidenzia la grande devozione per questo Santo di cui si conserva un antico reliquiario datato 1678, dono della Badessa Grazia Contarini.

Sotto l'altare maggiore, c'è la statua del Cristo deposto, della fine del '700, umile nelle fattezze, eppure capace di toccare il cuore.

Le due vetrate artistiche sono state realizzate nel 2004, sul disegno del Pittore Angelo Fassina.

La prima raffigura i tre santi Teonisto, Tabra e Tabrata, martirizzati dagli Ariani qui a Musestre il 30 ott. 380, sull'antico ponte "marmoreo" che qui attraversava il Sile. Sono i primi Martiri della Diocesi di Treviso. Per i volti ci si è ispirati agli altorilievi dell'altare del crocifisso, del Duomo di Treviso, che ne custodisce le reliquie.

La seconda mostra il Patrono, s.Ulderico, che poggia i piedi sull'antica strada romana Claudia Augusta Altinate.        

All'esterno della Chiesa parrocchiale c'è la miniatura della Chiesetta della B.V. della Salute. L'opera, inaugurata nel giugno 2005, è dell'Artista Gobbetto Mario. E' stata realizzata con una miscela di cemento e ossido di ferro, che la rende simile al marmo. Sul piedistallo sono raffigurati i SS. Teonisto, Tabra e Tabrata. Poggia su un grande masso di roccia, che, al pari di quello per il s.Francesco e per la Statua della B.V. dell'Asolto, sono stati donati dalla ditta Teston.
Poco oltre, il Capitello della B.V. di Fatima, con il piazzale a forma di grande scacchiera. Angolo suggestivo lungo il fiume Musestre.

La Statua fu acquistata ad Ortisei per l'anno mariano del 1954 dal Parroco d.Eugenio Florian.

Davanti la Canonica , essa pure presente già nelle mappe del '600, c'è una bella statua di S.Francesco. Stupisce il grosso tronco di Cedro Africano.

A questo insigne Vescovo furono intitolate varie Chiese nelle Diocesi del Nord Est d'Italia. Una di queste fu anche la nostra parrocchia di Musestre. Questa affiliazione avvenne già attorno al mille, in ossequio all'Imperatore Ottone III, in quanto Musestre era attraversato dall'antica strada romana, la Claudia Augusta Altinate (iniziata da Claudio Augusto attorno al 15 a.C.), che congiungeva la vicina Altino (che dista in linea d'aria tre chilometri) con la città di Augusta, patria del Santo. L'imperatore Ottone III, re di Germania, regnante dal 995 fino al 1002, ottenne dal vescovo di Treviso di intitolare una pieve al nuovo santo Vescovo di Augusta, da poco proclamato santo (993).

Nell'arco dei secoli, nella parrocchia di Musestre la devozione al Santo si è manifestata in vari modi: dapprima con la realizzazione di una Pala per l'Altare maggiore, raffigurante la gloria di s.Ulderico vicino a s.Pietro e s.Antonio Abate; nel 1922 è stata acquistata una pregevole statua lignea, raffigurante il Santo con in mano il pesce sopra la Bibbia; e nel 2004 e stata realizzata una vetrata artistica che lo raffigura in vesti liturgiche sopra la strada romana la Claudia Augusta Altinate, su disegno del pittore Angelo Fassina.

Inoltre, sempre nel 2004 l'Amministrazione Comunale di Roncade, ha voluto intitolare una nuova via del paese al Santo.
Da alcuni anni, infine nei giorni antecedenti e seguenti al 4 luglio viene fatto il "Palio di s.Ulderico" con diverse iniziative spirituali, culturali e folkloristiche.

 

Biografia di S. Ulderico

musestre-statuauldericoNasce nell'890 da Hupaldo della famiglia dei Conti di Kirpurg di Dillingen e da Thetpirga.

Lo zio Adalberone è il vescovo e principe di Augusta e sarà lui che curerà la formazione del giovane chierico Ulderico, allorché mortogli il padre è costretto a rientrare ad Augusta, dopo aver trascorso gli anni dell'adolescenza nel famoso monastero di San Gallo in Svizzera.

Dell'esperienza trascorsa tra i benedettini Ulderico conserverà sempre un ottimo ricordo e la sua vita rimarrà sempre improntata allo stile tipico voluto da San Benedetto l'"ora et labora".

Lo zio vescovo Adalberone, descritto negli annali come "personaggio assai dotto, distinto cultore dell'arte della musica, magnifico e potente principe che condivide con il re di Germania il peso del governo dello stato", nell'anno 908 avvia il nipote al sacerdozio, affidandogli l'amministrazione dei beni privati e pubblici del vescovado e dandogli modo di terminare gli studi intrapresi nel monastero.

Ulderico si dimostra particolarmente zelante e saggio, di grande disciplina e di fine spiritualità, meritandosi fin da subito, la stima della sua gente.

Nel primo anno di sacerdozio chiede ed ottiene dallo zio di potersi recare, pellegrino, a Roma. Durante la permanenza nella città eterna apprende la notizia della morte dello zio Adalberone. Per Ulderico è come perdere per la seconda volta il padre, tanto gli era affezionato. Il papa Sergio III°, estimatore del vescovo appena scomparso, desidererebbe nominare Ulderico quale successore nella cattedra episcopale di Augusta, carica che Ulderico rifiuta garbatamente sia per umiltà sia per la consapevolezza della propria giovane età e della responsabilità che questo onere avrebbe significato.

Il pontefice, accettando il diniego, profetizza tuttavia a Ulderico che ciò che oggi rifiuta gli sarà comunque affidato in avvenire con l'unica differenza che probabilmente in avvenire troverà la diocesi in una situazione molto più difficile ed economicamente più povera di quanto non lo sia al presente.

Per quattordici anni Ulderico rimane in disparte, accudendo alle necessità della sua famiglia e prendendosi cura della madre e dei beni paterni, fino a che nel 923, alla morte del vescovo Hiltino, all'età di trentatre anni, la popolazione di Augusta e lo stesso re di Germania Enrico I° (l'Uccellatore) lo designano Vescovo; la consacrazione avverrà il 28 dicembre di quello stesso anno.

Da quel momento e per cinquanta anni Ulderico sarà l'insigne custode sia del cammino spirituale della popolazione e del clero, sia il difensore coraggioso e avveduto della città di Augusta e del territorio limitrofo.

La sua opera di zelante Pastore della Diocesi fu stimata e apprezzata, ma a questa ben presto si dovette aggiungere anche una sapiente opera di mediazione e di lungimiranza politica. Le tensioni tra il re di Germania, Ottone I, e suo figlio Luitolfo, duca degli Alamanni, che vorrebbe usurpare il trono del padre, trovano in Ulderico un fedele e coraggioso difensore della legittimità del re, subendo così le ire del duca che spedisce il conte palatino Arnoldo contro il Vescovo e la città di Augusta. Alla fine Arnoldo ebbe la peggio e la accorta diplomazia di Ulderico ottenne la conciliazione tra il re Ottone I e suo figlio, che avvenne ufficialmente a Illertissen nel 954.

Appena in tempo per prepararsi a una minaccia ben più sanguinosa: l'avanzata delle orde barbariche degli Ungari.

Anche in questa vicenda il santo Vescovo si pose al fianco della propria gente ottenendo sia la sconfitta dell'avversario, ma soprattutto facendosi carico della cura delle ferite fisiche e morali del suo popolo, mettendo a disposizione della Diocesi i propri beni per la ricostruzione di quanto era stato distrutto, e soprattutto per la cura degli orfani e degli indigenti.
Ulderico celebrò quella vittoria con un pellegrinaggio a Roma sulla tomba degli Apostoli, come aveva fatto appena sacerdote e come rifarà ormai ottantunenne, l'anno prima della sua morte. Le tombe dei martiri di Roma e la figliale devozione per il successore di Pietro, dimostrarono, se ancora ci fosse stato bisogno quanto grande e quanto profonda era in lui la consapevolezza di essere un umile strumento di Dio incasellato dentro una Chiesa cattolica alla quale egli volle donare il meglio di sé.

La fama della sua santità deve essere stata ben fondata se alla sua morte, avvenuta il 4 luglio del 973 la gente cominciò subito a chiedere ed ottenere grazie attraverso la sua intercessione, tanto da convincere il vescovo Luitolfo, suo terzo successore alla cattedra di Augusta, ad intraprendere una operazione allora inusuale: la raccolta ponderata e verificata di tutti i miracoli e i prodigi che venivano attribuiti alla intercessione di Ulderico. Questo materiale fu portato a Roma e sottoposto il 31 gennaio del 993 al vaglio del Pontefice, Papa Giovanni XV, e dei Cardinali riuniti nel Sinodo Lateranense. Dopo la lettura e la valutazione di quanto esposto, con il parere positivo del Santo Padre, dei Cardinali e dei Diaconi e Arcidiaconi presenti, di lì a qualche giorno, il 3 febbraio, venne proclamata, con una Bolla pontificia, la santità di Ulderico. E' stato il primo santo ad essere proclamato dopo un "processo" canonico, e da quel momento ogni altra canonizzazione seguirà questo iter.

(Tratto dalla biografia "San Uldarico, Vescovo di Augusta", di p.Aniceto Martini, O.F.M., ESCA editrice, VI, 1966)

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